4 Maggio 2020 - 2 Settembre 2020
Vitaliano VI
L’invenzione dell’Isola Bella
A cura di Alessandro Morandotti e Mauro Natale
A 400 anni dalla nascita e nell’anno del Barocco piemontese, questa mostra ripercorre la vita e le opere dell’ideatore del vascello che affiora sulle acque del Lago Maggiore, ancora oggi fonte di ammirazione e stupore nei visitatori di tutto il mondo.
“L’isola è dama mia”
Allestita nel grande salone ultimato dal suo omonimo discendente Vitaliano IX nel 1956, l’esposizione racconta la vita di Vitaliano VI, vero artefice della rinnovata fortuna della famiglia nella seconda metà del Seicento, attraverso ritratti in pittura e in scultura, medaglie e documenti, tra cui i progetti del Palazzo e dei giardini dell’Isola Bella – alcune opere mai esposte al pubblico.
È lo stile barocco dell’Italia nord-occidentale il fulcro di questa esposizione, ben leggibile in molte delle sale di Palazzo Borromeo dove è ancora presente la decorazione originale.
Pietre, marmi e alabastri dipinti, quadri con paesi e prospettive, cornici decorate con cristalli di rocca, agate e lapislazzuli fanno fiorire gli interni del palazzo. Nel Giardino, architetture in pietra rivestite a mosaico, statue, fontane che insieme alle siepi creano veri e propri teatri nel verde.
Le strategie famigliari
Il racconto della mostra si svolge nell’immenso salone che per molto tempo fu al centro di lunghi dibattiti tra il committente Vitaliano VI Borromeo e gli architetti Andrea Biffi, Filippo Cagnola e Carlo Fontana.
Di questo spazio per la prima volta, in occasione della mostra, viene presentato un grande modello in legno.
La prima sezione dell’esposizione è dedicata alle strategie familiari: dalla metà del Seicento, l’Isola Bella è lo spettacolare teatro della consacrazione internazionale degli eredi di San Carlo e di Federico Borromeo. Vitaliano VI e Giberto III, cardinale a Roma, tessono una rete preziosa di alleanze tra Madrid, Vienna e Roma, e quella famiglia di antica nobiltà feudale si proietta in scenari più ampi, fuori dai confini del cosiddetto ‘Stato Borromeo’, come gli storici hanno definito il territorio del Lago Maggiore controllato dalla casata fin dal Quattrocento.
Episodio emblematico di questa nuova espansione è il matrimonio del loro nipote ed alfiere Carlo IV con la nipote di papa Odescalchi, Innocenzo XI, nel 1677. Nelle acque profonde davanti all’Isola si organizza una grandiosa festa navale per queste nozze, di cui in questa mostra conosciamo progetti e restituzioni grafiche.
In questa sezione troviamo anche il busto marmoreo di Vitaliano VI Borromeo e il suo ritratto realizzato da un ignoto pittore. Il busto, ad opera di Carlo Simonetta, è l’unico ritratto in scultura di Vitaliano VI modellato quando il conte era in vita.
Il dipinto invece è un ritratto aulico che sottolinea le virtù di grandezza, dignità e magnificenza, proprie del Borromeo. Si ritiene che il quadro sia stato realizzato da Pier Francesco Cittadini, evocato in casa Borromeo in più occasioni per opere di famiglia. Questa prima sezione si completa con il ritratto a Vitaliano VI di Salomon Adler e con le medaglie di Giuseppe Vismara (ben 65 quelle firmate) che illustrano la vita civile, politica, militare e artistica del ducato attraverso l’effigie metallica dei suoi protagonisti, tra cui quella dedicata a Vitaliano VI del 1688.
Storia di un grandioso progetto
Un progetto già caro a Carlo III, padre di Vitaliano VI, il quale immaginava la trasformazione di quello “scoglio” roccioso in un giardino terrazzato.
Un disegno degli anni 1660-1665 ci fa conoscere l’intera isola contornata dal lago prima dei significativi interventi promossi da Vitaliano VI che ne modificarono in modo sostanziale l’aspetto. Il rilievo precede di poco nel tempo il primo importante progetto in pianta del Palazzo, che si deve all’architetto Andrea Biffi (1665 circa), la cui impronta ha segnato indelebilmente la realizzazione della grande fabbrica, orientando anche le scelte degli architetti che gli succedettero.
Da quel momento l’Isola muta e prende forma grazie ad una costante pianificazione progettuale qualificandosi come un palinsesto molto articolato che si sviluppa lentamente nel corso del tempo, tra giardini e Palazzo, tra esterni e interni. Di particolare fascino la progettazione delle grotte: l’ambiziosa idea dell’appartamento a “grottesco” fu concepita da Vitaliano VI Borromeo fin dal 1662 immaginando di realizzare “stanze per l’estate con apparenza di grotte”, che al tempo stesso suscitassero meraviglia negli ospiti in visita.
È del 1686 il grande disegno di Carlo Fontana che rappresenta l’Isola Bella dal lato dei giardini. Composto da 24 carte di misure diverse incollate su tela, il progetto consente una panoramica sorprendente che enfatizza la lunghezza dell’Isola.
Ciò che emerge in modo chiaro da questa sezione e, in generale, vedendo la mostra è che l’opera non si conclude certo con la morte di Vitaliano VI nel 1690. Già prima della sua scomparsa, l’Isola è una tappa obbligata del Gran Tour e i vedutisti, anche famosi come Van Wittel, la celebrano come luogo incantato, in nobile gara con il disegno prospettico di Carlo Fontana che, tra realtà e fantasia, farà scuola in Europa.
Gli interni del Palazzo
L’allestimento barocco voluto dal conte Vitaliano VI Borromeo è originale e unico, tra arredi, sculture, dipinti, stucchi, intagli lignei colorati e dorati, e opere di ebanisteria.
Il progetto è stato curato dagli architetti Andrea Biffi e Filippo Cagnola tra i quali la continuità stilistica è evidente, come si evince dai disegni in mostra. Le sale sono impreziosite da centinaia di opere con cornici dipinte a oro e turchino, busti in marmo, vasi in alabastro e contraddistinte dalla presenza di stipi in legno dipinto a finto ebano, arricchiti da lastre di ardesia decorate a fiori, che punteggiano anche le pareti.
Vitaliano VI e i suoi progettisti giocavano continuamente sul contrasto e la similitudine fra l’interno del palazzo e l’esterno di giardini a terrazze e degli scorci sul lago: le meraviglie naturali e quelle artificiali erano costantemente messe a confronto.
Nel progetto del palazzo, il conte aveva previsto una galleria centrale (dove ospitare quadri che gli erano particolarmente cari) con alcova annessa, una soluzione non insolita per un palazzo in età barocca. Lo testimoniano disegni, prospetti, schede di cantiere e fotografie con ipotesi di soluzioni costruttive e decorative.
È interessante il confronto con l’attuale assetto del palazzo che permette di osservare come alcune delle sale (delle Medaglie, del Trono e delle due Alcove) abbiano mantenuto ancora oggi il loro aspetto originario.
Tra i dipinti in mostra, spiccano le opere di specialisti dei nuovi generi pittorici: nature morte floreali, paesaggi, prospettive architettoniche. Fra tutte, ci soffermiamo sull’autoritratto del pittore Pieter Mulier (1637-1701), soprannominato il Cavalier Tempesta, e della moglie Anna Eleonora Beltrami. Una storia particolare di mecenatismo in cui Mulier viene accolto da Vitaliano, dopo lunghi anni di prigionia a Genova, godendo della sua protezione. In segno di riconoscenza, il Tempesta donò un cospicuo numero di opere, declinando le sue diverse specialità nel campo del paesaggio e della marina in tempesta (da cui il soprannome) e diventando così il paesaggista più importante documentato all’Isola fin dagli anni di Vitaliano VI.
Il Salone
Il Salone Nuovo di Palazzo Borromeo è anche lo spazio che accoglie la mostra.
Il Salone è stato oggetto di un lungo iter progettuale: tra il 1686 e il 1688 gli architetti Andrea Biffi, Filippo Cagnola e Carlo Fontana provano a interpretare le ambizioni del conte Vitaliano VI Borromeo che immaginava un ambiente con cupola, ispirato all’impianto della basilica di San Lorenzo a Milano, una delle chiese più antiche della città.
Le grandiose idee e proposte messe sulla carta in una serie di pregevoli disegni sono esposte per la prima volta qui in modo sistematico. La prima idea di edificare un salone d’onore è del 1662, ma i lavori per la costruzione di questa ala del palazzo iniziano diversi anni dopo, in seguito a una fase di progettazione durata diversi anni. Nel 1690 la morte di Vitaliano VI segna una battuta d’arresto dei lavori compiuti solo nei muri perimetrali, come si potrà osservare dalle fotografie esposte.
Tra Settecento e Ottocento i Borromeo cercano di dare compimento all’opera; nel Novecento l’ambiente acquisisce la sua forma definitiva messa a punto da Vitaliano X che realizzò il Salone e le sue decorazioni nelle forme barocche tra il 1948 e il 1960.
Con un significativo numero di schizzi e studi di dettagli e decorazioni, l’evoluzione del progetto è raccontata fino alla sua struttura attuale.
In mostra si può ammirare anche uno spettacolare modello ligneo del salone centrale di Palazzo Borromeo realizzato tra il 1780 e il 1781 dal falegname Giuseppe Antonio Oltolina su progetto dell’architetto imolese Cosimo Morelli. Il modello, completamente originale, è stato studiato e restaurato e viene presentato per la prima volta al pubblico in questa occasione. La sua struttura in legno d’abete è rivestita in noce con tutti i particolari decorativi, sia all’interno sia all’esterno.
Info utili
La visita è compresa nel biglietto di ingresso al Palazzo Borromeo.
La mostra si inserisce nel percorso “L’essenziale è Barocco” promosso dalla Regione Piemonte.
Per maggiori informazioni www.visitpiemonte.com.
Suggerimenti Utili
Orari
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Isola Bella
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Isola Madre
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ROCCA DI ANGERA
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PARCO PALLAVICINO
- Direttamente online la possibilità di acquistare in modo sicuro e veloce i biglietti, le visite guidate e molto altro.
Come arrivare
- Raggiungere le Terre Borromeo è facile! Sono a solo un’ora e mezza da Milano e facilmente raggiungibili dai principali aeroporti. Scopri come raggiungerle in auto, treno e come prenotare il traghetto che vi porterà sulle isole.
Cosa Vedere
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Isola Bella
- Palazzo Borromeo +
- Giardino barocco all’italiana +
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Isola Madre
- Palazzo Borromeo +
- Giardino all’Inglese +
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Rocca di Angera
- Sale storiche +
- Museo della Bambola e del giocattolo +
- Ala Scaligera +
- Giardino Medievale +
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Parco del Mottarone
- Mottarone Adventure Park +
- Bar Stazione +
- Rifugio Genziana +